Il TAR Brescia chiarisce che la ricognizione dell’esistente è una fase essenziale della pianificazione che consiste in una operazione tecnica, e non giuridica, in quanto è preliminare alla qualificazione dei fabbricati e all’attribuzione dei diritti edificatori; i compilatori dello strumento urbanistico devono quindi segnalare graficamente qualsiasi fabbricato presente sul territorio, anche se privo di titolo o privo di consistenza materiale, in quanto ridotto allo stato di rudere; su questa base viene poi esercitata la discrezionalità dell’amministrazione nell’attribuzione dei diritti edificatori.
Per quanto riguarda i ruderi, il TAR Brescia precisa che i diritti edificatori utilizzati al momento della costruzione originaria rimangono incorporati nel suolo, e fanno parte del patrimonio del proprietario dell’area; la discrezionalità dell’amministrazione è quindi libera quando decide di espandere le facoltà edificatorie, ma incontra degli ostacoli quando si propone di cancellare la rilevanza giuridica dei ruderi, perché in questo secondo caso incide direttamente sulla consistenza del diritto di proprietà; affinché si possa conservare rilevanza giuridica ai ruderi è però necessario che sia individuabile in modo sufficientemente preciso l’immagine originaria del fabbricato; questo avviene normalmente quando sia possibile dedurre dalle strutture presenti il disegno complessivo dell’edificio, oppure quando, pur in assenza di strutture ancora integre, siano disponibili le planimetrie o le descrizioni dei luoghi inserite negli atti di accatastamento; le due fonti (referto di sopralluogo, scheda di accatastamento) possono anche combinarsi, fornendo ciascuna una parte delle informazioni su quanto edificato; in caso di contrasto, è applicabile per analogia la regola ex art. 950 c.c. sul carattere sussidiario, e dunque recessivo, dei dati catastali.

La sentenza del TAR Lombardia, Brescia, Sezione Prima, n. 1205 del 14 dicembre 2018 è consultabile sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa al seguente indirizzo.