Il TAR Brescia ricorda che, secondo consolidati principi giurisprudenziali, in tema di interpretazione dei bandi, deve farsi applicazione del principio per cui l'interpretazione degli atti amministrativi, ivi compreso il bando, soggiace alle stesse regole dettate dall'art. 1362 e ss., c.c., previste per l'interpretazione dei contratti, tra le quali assume carattere preminente quella collegata all'interpretazione letterale, in quanto compatibile con il provvedimento amministrativo, atteso che gli effetti degli atti amministrativi devono essere individuati soltanto in base a ciò che il destinatario può ragionevolmente intendere, anche in ragione del principio costituzionale di buon andamento, che impone alla P.A. di operare in modo chiaro e lineare, tale da fornire ai cittadini regole di condotta certe e sicure, soprattutto quando da esse possano derivare conseguenze negative. 
Ne discende che la dovuta prevalenza da attribuire alle espressioni letterali, se chiare, contenute nel bando esclude ogni ulteriore procedimento ermeneutico per rintracciare pretesi significati ulteriori, così da ostare ad ogni estensione analogica intesa a evidenziare significati inespressi e impliciti, tali da vulnerare l'affidamento dei partecipanti, la par condicio dei concorrenti e l'esigenza della più ampia partecipazione (T.A.R. Trento, sez. I, 04/03/2022, n.49; Consiglio di Stato, sez. V, 15/02/2023, n. 1589; T.A.R. Milano, sez. II, 10/10/2022, n. 2212). 

TAR Lombardia, Brescia, Sez. I, n. 518 del 13 giugno 2023