Il Consiglio di Stato, in ordine ai criteri di verifica
della tempestività del ricorso, onde verificarne la ricevibilità, con
particolare riguardo all’ambito dell’attività edilizia, ribadisce che l’inizio
dei lavori segna il dies a quo della tempestiva proposizione del ricorso
laddove si contesti l’an della edificazione (cioè laddove si sostenga che
nessun manufatto poteva essere edificato sull’area), mentre laddove si contesti
il quomodo (distanze, consistenza ecc.) il dies a quo va fatto coincidere con
il completamento dei lavori ovvero con il grado di sviluppo degli stessi, ove
renda palese l’esatta dimensione, consistenza, finalità, dell’erigendo
manufatto; ferma restando la possibilità, da parte di chi solleva l’eccezione
di tardività, di provare, anche in via presuntiva, la concreta anteriore
conoscenza del provvedimento lesivo in capo al ricorrente.
La sentenza del Consiglio di Stato, Sezione Quarta, n. 998
del 3 marzo 2017 è consultabile sul sito di Giustizia Amministrativa.