Il Consiglio di Stato, nel richiamare i principi espressi dalla giurisprudenza in relazione all’esercizio del potere di pianificazione urbanistica e alla natura della motivazione delle scelte in tal modo effettuate, precisa che:

  • il potere di pianificazione territoriale deve essere correlato a un concetto di urbanistica che non è limitato alla disciplina coordinata della edificazione dei suoli (relativamente ai tipi di edilizia, distinti per finalità), ma che è volto a perseguire obiettivi economico-sociali della comunità locale, in armonico rapporto con analoghi interessi di altre comunità territoriali;
  • il concetto di urbanistica non è strumentale solo all'interesse pubblico all'ordinato sviluppo edilizio del territorio in relazione alle diverse tipologie di edificazione, ma è volto funzionalmente alla realizzazione contemperata di una pluralità di interessi pubblici che trovano il proprio fondamento in valori costituzionalmente tutelati;
  • la motivazione di accordare o meno una variante urbanistica finalizzata all'insediamento di una grande struttura commerciale interessante una importante e strategica porzione del territorio comunale, ancorché diretta a incidere formalmente su una singola area, deve essere conforme al complesso di scelte da effettuarsi nella sede dello strumento urbanistico secondo criteri di sufficienza e congruità, rispetto alle quali la posizione del privato, per quanto meritevole in sé di apprezzamento, si appalesa senz’altro recessiva;
  • le scelte effettuate dall'Amministrazione in sede di pianificazione urbanistica di carattere generale costituiscono apprezzamento di merito sottratto al sindacato di legittimità se non per profili di manifesta illogicità ed irragionevolezza.

La sentenza della Quarta Sezione del Consiglio di Stato n. 3806 del 5 settembre 2016 è consultabile sul sito di Giustizia Amministrativa.